lunedì 16 aprile 2018

Gli ultimi giorni dei nostri padri

di Joël Dicker

La storia e la guerra in particolare non sono tra i miei argomenti preferiti ma in questo caso l' ottima scrittura dell'autore mi ha comunque coinvolto anche nella prima parte del romanzo dove il tema principale é l'addestramento bellico. La seconda parte, più avvincente anche dal punto di vista narrativo è decisamente più intrigante e non priva di colpi di scena. Un bel romanzo, tanti bei personaggi ed un finale anche un po' strappalacrime ne fanno comunque un libro di cui consiglio la lettura.


“Il sogno permette a chiunque di sopravvivere. Chi sogna non muore mai, perché non dispera mai. Sognare significa sperare.”

“Il mondo è troppo piccolo perché si possa giurare di non rivedersi mai più. Si perdono di vista solo quelli che lo vogliono davvero.”

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Londra, 1940. Per evitare la distruzione dell'esercito britannico a Dunkerque, Churchill ha un'idea che cambierà il corso della guerra: creare una squadra dei servizi segreti che lavori nella segretezza più assoluta, la SOE, Special Operations Executive. La SOE è incaricata di azioni di sabotaggio e intelligence tra linee nemiche: la novità è coinvolgere persone tra la popolazione locale più insospettabile. Qualche mese dopo, il giovane Paul-Emile lascia Parigi per Londra nella speranza di unirsi alla Resistenza. Subito reclutato dalla SOE, è inserito in un gruppo di connazionali che diventeranno suoi compagni e amici del cuore. Addestrati e allenati in Inghilterra, i soldati che passeranno la selezione verranno rimandati nella Francia occupata e scopriranno presto che il controspionaggio tedesco è già in allerta... L'esistenza stessa della SOE è rimasta a lungo un segreto. Settant'anni dopo i fatti, "Gli ultimi giorni dei nostri padri" è uno dei primi romanzi a evocarne la creazione e a raccontare le vere relazioni tra la Resistenza e l'Inghilterra di Churchill.